giovedì 14 settembre 2017

Mortal Kombat 2 (1993) - Recensione completa.

Mortal Kombat 2 - Recensione
Teletrasportiamoci anche questa volta nei mitici anni 90, subito dopo il grande successo ottenuto dal primo capitolo di Mortal Kombat (se ve la siete persa, qui trovate la nostra recensione).
Grazie a Mortal Kombat, le persone hanno imparato molte cose:
hanno imparato, per esempio, che i ninja possono anche indossare costumi "fluo" (con buona pace dell’arte di agire nell’ombra) e che i monaci Shaolin possono acconciarsi i capelli con un "mullet" degno di MacGyver...
Ovviamente sto scherzando, ma sono certo che anche questi tratti scanzonati abbiano contribuito a rendere così popolare il primo Mortal Kombat.

Ormai tutti i videogiocatori conoscono personaggi come Scorpion, Sub-Zero, Raiden e i loro crudeli metodi di eliminazione...
Nelle sale giochi non si sentiva più il solitario grido "hadouuuken!" del vagabondo\artista marziale più famoso dei picchiaduro, ma anche un tenebroso "get over here!" e, a volte, esagerate urla di morte seguite da una voce tonante che annunciava: "Fatality"!
Mortal Kombat era entrato prepotentemente nel mondo dei videogiochi di lotta ed era lecito aspettarsi un seguito all'altezza!
Mortal Kombat 2 prometteva di potenziare tutti gli aspetti che avevano reso famoso il primo capitolo: ambientazioni evocative, grande violenza grafica, personaggi e storia ben caratterizzati.
MK2 riuscì a soddisfare le aspettative? Vediamolo subito.

La trama si infittisce...


La coppia creativa Ed Boon\John Tobias cerca di rompere gli schemi del genere e, tanto per cominciare, decide di dare ancor più peso alla storia e al setting.
Questa volta l'uscita del picchiaduro è accompagnato da un'introduzione a fumetti ufficiale ancora più corposa (ordinabile o allegata ad alcune versioni casalinghe): le pagine sono passate dalle 16 di MK1 alle 27 di MK2, ma non è finita qui.
All'interno del gioco sono state inserite biografie più dettagliate per ogni personaggio (visionabili lasciando scorrere le schermate del cabinato) e un riassunto con alcune immagini che completano i racconti del fumetto e rivelano il vero finale di MK1.
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In breve, la vicenda (che potrete approfondire nella nostra sezione "Storyline") inizia con Shang Tsung che viene condannato a morte dall’imperatore Shao Kahn.
La sua colpa?
Essere stato sconfitto da Liu Kang alla fine del torneo e aver così compromesso la conquista e la conseguente annessione dell'Earthrealm (il regno della Terra).

Lo stregone Shang Tsung, per evitare la morte, promette all'imperatore di riuscire ad attirare gli attuali campioni della Terra nell'Outworld (il Regno Esterno) per un nuovo torneo, con la prospettiva di una sicura vittoria favorita dal maggior dispiegamento di forze e dal fatto di "giocare in casa".
Shao Kahn decide di concedere una seconda chance allo stregone.
Shang Tsung, dopo essere stato ringiovanito dall'Imperatore, cerca di provocare i campioni del regno della Terra: per farlo ordina ai suoi Tarkatan di assaltare e distruggere l’Accademia Wu Shi in Cina (per ulteriori informazioni vedi Reami e locazioni: Earthrealm) uccidendo il maggior numero possibile di umani, causando l’ira di Liu Kang (che, forse, si sarà pentito di aver mostrato clemenza, risparmiando la vita dello stregone alla fine del precedente torneo).
Nel frattempo un secondo gruppo di guerrieri del Regno Esterno attacca il celebre Johnny Cage direttamente sul set di un'ironica pubblicità, negli Stati Uniti.

Per porre fine a questa situazione, Raiden, Liu Kang e gli altri alleati conosciutisi durante il torneo sull'Isola, si trovano di nuovo riuniti, costretti ad accettare la nuova sfida di Shang Tsung, questa volta nel regno Esterno.
Alcuni di loro sono motivati a combattere anche da questioni personali, che vanno oltre all'ovvio salvataggio del regno della Terra.
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Quantità e qualità.


Il numero di combattenti selezionabili è sensibilmente aumentato ed è ricco di figure carismatiche anche fra i nuovi arrivati.
Passiamo quindi dai 7 personaggi giocabili di MK1 ai 12 presenti in Mortal Kombat 2.
Dalla parte dei "buoni", oltre ai già citati Raiden, Liu Kang e Johnny Cage, troviamo alcuni volti nuovi come Kung Lao (confratello Shaolin che desidera vendicare i numerosi monaci morti durante l’attacco all’Accademia Wu Shi) e il maggiore Jackson "Jax" Briggs (determinato a liberare la sua collega Sonya Blade, imprigionata nel regno Esterno in compagnia del criminale Kano dalla fine di MK1).

Parlando dei "cattivi" invece, oltre al giovane Shang Tsung, ora giocabile, troviamo:
Baraka (capo dei Tarkatan, umanoidi dotati di lame retrattili),
Kitana (figlia adottiva di Shao Kahn, nonché sua assassina personale sempre in bilico fra bene e male), Mileena (gemella-clone di Kitana, creata da Shang Tsung mescolando i geni della principessa con quelli Tarkatan),
Reptile (ninja dell’impero, che nasconde un’identità di uomo-rettile appartenente a un'antica razza semi-estinta).

Ritornano anche il ninja infernale Scorpion e il suo rivale Sub-Zero.
Quest'ultimo, a partire da questo episodio, non è più quello originale (ovvero Bi-Han, ucciso da Scorpion durante il precedente torneo) bensì il fratello, Kuai Liang.
Kuai Liang, a differenza del defunto parente, è un personaggio più complesso che nutre qualche perplessità sul suo ruolo di killer al soldo del clan Lin Kuei.

Sono inoltre presenti due boss finali:
Kintaro (conterraneo tigrato di Goro in grado di sputare palle di fuoco) e, ovviamente, Shao Kahn il mitico Imperatore del regno Esterno che è entrato nell'immaginario di ogni fan di MK e dei picchiaduro in generale.
Shao Kahn è incredibilmente potente, incredibilmente resistente e così arrogante da potersi permettere di passare metà del suo tempo a sfotterci invece di combatterci.
La sua voce è presente in durante tutti i combattimenti ("OUTSTANDING!" dopo un uppercut andato a segno) ma darà il meglio di sé solo quando vi troverete faccia a faccia con lui.
"You suck!" (Fai schifo!), "Don't make me laugh!" (Non  farmi ridere!), "You will die!" (Morirai!), "Is that your best?" (E' il massimo che sai fare?) sono solo alcune delle frasi ormai leggendarie che l'imperatore userà per demoralizzarvi quando lo affronterete di persona.
 

Benvenuti nell’Outworld, mortali!


Una particolare menzione andrebbe fatta all’ambientazione di Mortal Kombat 2: il Mondo Esterno è molto più affascinante rispetto alla già ottima Isola di Shang Tsung!
Vi capiterà di combattere in foreste viventi, nei pressi di portali mistici o in lande desolate martoriate dalla guerra per l'annessione di Edenia e in molti altri luoghi "dark fantasy".
Location non casuali, con una loro storia e una loro collocazione precisa all'interno dell'universo di gioco (e bisogna tenerne conto perché, nei picchiaduro dell'epoca, non era una cosa così frequente).
Diciamo quindi che dal punto di vista del backgroundMK2 si impegna moltissimo, riuscendo a creare un ambiente ideale per sviluppare una saga vera e propria, anche versatile per titoli di diverso genere (lo diranno alcuni futuri spin-off), in barba ai preconcetti che affliggono i fighting games.
E a livello di gameplay, come siamo messi?


Novità, giocabilità e intelligenza artificiale.  

Parlando di gameplayMortal Kombat 2 mantiene le stesse buone basi del primo capitolo.
Lo schema dei pulsanti è ancora suddiviso in:
due tasti per i colpi al volto (High Punch e High Kick), due per i colpi al busto (Low Punch e Low Kick) e uno per la parata (Block).
In questo sistema di gioco, inclinare lo stick in una direzione e premere un tasto di attacco genera colpi differenti rispetto a quelli basici (per esempio se eseguiamo Indietro + Low Kick, otteniamo una spazzata bassa: l'iconico sgambetto in stile MK) inoltre, certe mosse, cambiano a seconda della distanza con l'avversario (sto parlando di ginocchiate e gomitate per il combattimento a corta distanza).
Mortal Kombat si conferma pioniere nel campo delle combo su rimbalzo (per ulteriori informazioni vi riamando alla nostra precedente recensione) infatti, tra le più grandi novità di MK2, spiccano proprio i colpi sbalzanti (launcher)!
Sono ora presenti mosse speciali e attacchi ravvicinati che hanno lo scopo di scagliare in aria l'avversario (launcher, per l'appunto) per permettere di infierire sul suo corpo inerme prima che questo ricada a terra (le famose juggle combo).

E' inutile negare che il fenomeno del juggling abbia inizialmente creato, soprattutto nei match tra giocatori molto abili, un certo squilibrio tra i personaggi di Mortal Kombat 2.
Per fare un esempio, la principessa Kitana, grazie alle sue mosse speciali, si rivelava essere una vera e propria "Dea del palleggio" in grado di creare combo aeree devastanti (soprattutto con l'avversario costretto all'angolo). Anche Johnny Cage era dotato di notevoli capacità di juggling grazie alla sua "spaccata", che poteva essere seguita dal suo calcio medio ravvicinato con effetto sbalzante.
Ma le juggle combo non sono tutto e, nel roster di MK2, ogni combattente poteva vantare qualche asso nella manica!
Come già detto durante la recensione del primo capitolo, è piuttosto difficile parlare nel dettaglio del bilanciamento di un cabinato dei primi anni '90...
Anche in questo caso, anni, se non decenni di tornei e competizioni hanno dimostrato un certo equilibrio tra i personaggi disponibili ma, ovviamente, il bilanciamento perfetto non esiste.
La letale Mileena è considerata, a livello competitivo, una spanna sopra tutti gli altri, seguita dal maggiore Jax Briggs e da Liu Kang.

Fanno il loro esordio anche le mosse speciali aeree che, se usate col giusto tempismo, permettono di estendere ulteriormente le nostre combo su rimbalzo.

Parlando di realizzazione tecnica, non possiamo lasciare da parte il total rifacimento non solo dei costumi, ma di tutte le animazioni presenti nel gioco (rispetto al primo capitolo).
Ciò influisce sul modo di giocare complessivo e sulle tempistiche, per non parlare della presenza di attacchi (normali e speciali) nuovi di zecca e di una maggiore velocità di gioco.

Una mossa base già presente in MK1, è stata particolarmente potenziata in MK2: sto parlando del "calcio circolare alto", diventato ora sbalzante con possibilità di essere un punto di partenza per numerose combo, soprattutto se eseguito all'angolo.

Lasciando da parte tutti questi tecnicismi, Mortal Kombat 2 si rivela estremamente divertente!
Sfidando gli amici si mettono in scena combattimenti rapidi e brutali dove, a farla da padrone, sono i mitici calci volanti in "salto mortale doppio" e i dannosi uppercut...
In single player, anche nella sua seconda incarnazione, MK rimane sempre un gioco decisamente punitivo, forse più del predecessore, quindi calcolare bene le distanze, ponderando con quale attacco colpire, è basilare, se si vuole sperare di superare il terzo avversario e riuscire, magari, a vedere i due boss finali (dico vedere, perchè battere è troppo ottimistico).
Un gameplay difficile da definire intuitivo, che non incoraggia il "button mashing" ma migliora e spesso modifica il lavoro fatto in precedenza.


L'occhio e l'orecchio vogliono la loro parte.  

Graficamente sono stati fatti notevoli passi avanti.
Gli sprites digitalizzati appaiono ora più puliti, dettagliati e veloci; stessa cosa vale per gli "effetti speciali", resi visivamente meglio.
I personaggi, a causa della grafica digitalizzata, appaiono leggermente diversi (ovviamente meno "pompati") rispetto a quelli disegnati originariamente da John Tobias, ma godono di luci, colori e solidità impossibili da ottenere, all'epoca, con i classici sprites disegnati.
In effetti Midway è stata, probabilmente, l'unica software house ad essere riuscita ad utilizzare in modo più che egregio la digitalizzazione di attori reali senza sfociare nello squallido (cosa piuttosto comune nei primi anni '90).

Parlando degli stage, tutti particolarmente ispirati questa volta, notiamo che non soffrono più di quell'effetto collage che affliggeva alcuni livelli di MK1, inoltre è ora apprezzabile una certa profondità prospettica, maggiori dettagli e gustose animazioni di contorno (vedi gli alberi viventi o i Sacerdoti Ombra).
I livelli, volutamente essenziali e poco caotici, sono molto evocativi e riescono a creare un'atmosfera perfetta che ci ricorda costantemente che non siamo più nel nostro mondo, ma in un regno "fuori dal tempo" e ostile.
Torna anche il famosissimo sangue, che scorre sempre copioso dopo ogni attacco e che è ormai diventato un "marchio di fabbrica" per questa storica saga di picchiaduro.

Passiamo ora alle famigerate Finishing Moves!
Midway ha avuto un'ironica e geniale risposta all'enorme polverone mediatico e alle polemiche nate in seguito alle cruente Fatality presenti nel primo capitolo: l'arrivo di due finishers "alternative".
Due mosse "non-violente" con cui concludere i combattimenti, ovvero le Babality (una sorta di magia che trasforma goliardicamente il nemico in un bambino) e le Friendship (un simpatico siparietto comico).
Raddoppia anche il numero di Fatality (ora 2 per personaggio) con l'aggiunta di una combinazione speciale di tasti per eseguire le Stage Fatality (Fatality che sfruttano elementi del fondale).
Le mosse finali a disposizioni sono quindi numerose e, nella stragrande maggioranza dei casi, caratteristiche e ben realizzate, tuttavia c'è qualche dettaglio d'approssimazione che fa storcere un po' il naso.
Lo so, sono pignolo e le fatalities sono solamente dei "segreti" attivabili attraverso una veloce sequenza che, per giunta, all'epoca in pochi conoscevano... ma vi faccio un esempio di ciò che, fra le varie magagne, salta più all'occhio: vedere le gambe di un guerriero che, dopo una taglio netto del busto, invece di cadere a terra rimangono perfettamente in piedi, è un vero peccato!

Per quanto riguarda il sonoro, si può affermare che ci sia stato un netto miglioramento soprattutto nella pulizia generale, in particolare di voci ed effetti splatter dei colpi.
Sul fronte musica, ho trovato i motivetti perfettamente in linea con l'incredibile atmosfera sinistra che si respira giocando a Mortal Kombat 2 , alcuni anche abbastanza orecchiabili, tanto da essere stati ripresi per gli stessi luoghi riapparsi nei capitoli successivi, come la Foresta Vivente o l'Armeria.
Mentre un po' meno buono è l'utilizzo di voci standardizzate condivise fra la gran parte dei personaggi maschili e femminili, che da ben poca personalità vocale.
Generalmente è comunque un ottimo lavoro, signor Dan "Toasty" Forden.

Concludendo.  

Mortal Kombat 2 migliora tutto ciò che è stato il primo capitolo, introducendo parecchie novità sia stilistiche che di gameplay.
Un sequel che sicuramente ha fatto la storia del genere, diventando più popolare del predecessore, ispirando numerosissimi cloni mal riusciti e affermandosi come uno dei punti cardine nel panorama "picchiaduristico".
Uno dei migliori esponenti 2D di una serie coraggiosa, che punta più a rompere gli schemi, a spettacolarizzare il combattimento, piuttosto che a limare continuamente uno schema di gioco cercando un'agognata perfezione tecnica.
Per gli appassionati di picchiaduro dovrebbe essere un "must": giocare almeno una volta a MK2 (meglio se in versione arcade) è un dovere morale verso l'arte videoludica.
In tempi meno recenti, escludendo la versione PSX (uscita solamente in Giappone), il migliore port casalingo a disposizione risultava quello per Sega 32X, dotato di intro arcade ed animazioni fluidissime, a differenza delle versioni SNES e MegaDrive.
Attualmente, in veste "arcade perfect", lo si può trovare all'interno della Midway Arcade Treasures 2 (uscita nel 2005 per PS2) o in digitale nella MK Arcade Kollection per Xbox 360, PS3 e PC.

Fatality!

+ Ambientazione e atmosfera di altissimo livello.
+ Molto divertente e, a tratti, innovativo.
+ Nuovi personaggi ispirati e carismatici.
+ Grafica digitalizzata e sonoro molto convincenti.

- CPU spesso frustrante e punitiva.
- Gli amanti dei tecnicismi potrebbero non apprezzare certe scelte.
- Alcune Fatality sono meno curate rispetto ad altre.

Valutazione complessiva: 94

Grafica: 94
Sonoro: 94
Giocabilità: 89
Design: 99
Innovazione: 89

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    AUTORE:

    Rapper Nero

    Redattore, moderatore forum.

    Classe 1986, ha iniziato ad amare i picchiaduro grazie ai cabinati di Street Fighter 2 e Mortal Kombat
    Oltre a pubblicare articoli su Mortal Kombat Addicted (dal 2013), gestisce il suo blog personale, Disciplina Urbana, e scrive recensioni per il sito Fighting Side
    Fieramente contrario all'approccio agonistico ai videogiochi e alle competizioni torneistiche, è un sostenitore del single player e dell'importanza di un universo narrativo solido nei picchiaduro… 
    Il suo nickname, Rapper Nero, deriva da un nome provvisorio dato ad un personaggio di sua invenzione.
    Nessun riferimento alla cultura Hip Hop, tiene a precisare, soprattutto considerando la piega “gangsta-capitalistica” presa dal genere...