venerdì 29 marzo 2019

Steve Beran, art director di Mortal Kombat 11, parla della scelta di desessualizzare i personaggi femminili della saga.

Skarlet MK11 - Mortal Kombat 11
Il totale re-design estetico di Skarlet, di Jade e di altri personaggi femminili in Mortal Kombat 11 ha creato qualche polemica tra alcuni fan della saga che si aspettavano qualcosa di diverso.
Le proteste dei delusi non si sono fatte attendere ed hanno invaso i forum e i social network:
per loro le combattenti di Mortal Kombat 11 sono troppo coperte! Troppo castigate!

In effetti la rottura con il passato pare piuttosto evidente, come dimostra l'immagine qui sotto che mette a confronto le versioni MK11 (2019) di Skarlet e Jade (sopra) con quelle di MK9 del 2011 (sotto).
Non è mia intenzione trattare lo spinoso (ma interessante) tema del sessismo nei videogiochi, che negli ultimi anni ha infiammato una miriade di discussioni online, ma dovete sapere che, in un celebre studio condotto dall'Università dell'Indiana, veniva citato anche Mortal Kombat tra le serie videoludiche che hanno la tendenza a iper-sessualizzare le donne.
La ricerca puntava il dito contro i seni esagerati, gli abiti troppo succinti e i ruoli secondari che spesso caratterizzano le donne nei videogames.
Se a queste accuse verso il franchise di MK, aggiungiamo quelle di misoginia relative a MK9 (durante il controverso GamerGate del 2014), è facile immaginare il disagio di a Ed Boon & soci.
Jacqui Briggs, Sonya Blade e Cassie Cage in MK11.
In una recentissima intervista per il sito Polygon, Steve Beran, direttore artistico di Mortal Kombat 11, ha confermato la precisa volontà da parte di NetherRealm Studios di desessualizzare i personaggi femminili della saga (processo già iniziato con MKX).
Per Mortal Kombat 11, Beran ha voluto che il suo team di creativi cercasse un un approccio più misurato:
"il nostro character lead, Brendan George, ha portato una boccata di aria fresca introducendo nuove idee. Il nostro design sta diventando sempre più maturo e rispettoso. Nessuno andrebbe a combattere indossando un bikini. Nessuno esporrebbe tanta pelle. Ed è di questo che parla MK11: combattimenti in cui è in palio la propria vita e nessuno indosserebbe dei capi così succinti".
Parlando della reazione di una parte dei fan sui social network, Beran conclude dicendo:
"sono sicuro che questa scelta deluderà alcuni giocatori. Ma in Mortal Kombat 11 non avremo combattenti in costume da bagno, e penso che vada bene così. Anche se certe persone sono deluse, non mi pento assolutamente di aver fatto questa scelta".
E voi cosa ne pensate del sessismo nel mondo dei videogiochi e della scelta di NetherRealm Studios? Fatecelo sapere nei commenti.

YOU'RE NEXT!

Fonti:

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Daniel "Naka" Maschietto
Fondatore, amministratore, webmaster, caporedattore, moderatore.
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Classe 1980, è cresciuto nelle sale giochi, in mezzo ai cabinati. 
Affascinato dai ninja e appassionato di picchiaduro fin dalla più tenera età, non poteva che innamorarsi all'istante della saga di Mortal Kombat.
Nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni tornei, da Tekken 3 fino a Street Fighter 4  (passando per Dead or Alive, BlazBlue ed altri ancora).
Adora la competizione sebbene inizialmente ad attirarlo siano stati i personaggi dei picchiaduro, il loro design e la loro storia.
Specializzato in informatica, è sempre attento e interessato agli aspetti più tecnici dei beat'em up. 
Nel 2008 ha fondato Mortal Kombat Addicted per condividere anche con gli altri la passione per il suo primo amore: la mitica saga di Mortal Kombat. .